Come scrivere per piacere alle AI

Scrivere per il web, oggi, è un po’ come fare da mediatore tra due mondi: da una parte gli esseri umani con emozioni e bisogni e dall’altra, le intelligenze artificiali che leggono, ordinano e decidono se i tuoi contenuti meritano visibilità oppure no. Il punto è che non basta scrivere bene. Devi scrivere bene per loro e bene per noi. Devi piacere ai lettori, ma anche alle AI. Ecco la guida definitiva per scrivere contenuti che piacciono agli algoritmi senza smettere di essere umani.
Indice
La chiarezza è la regina: vai dritto al punto
Ti ricordi la collana “For Dummies”? Quella con i libretti gialli che ti spiegano tutto, dal cambiare la ruota alla programmazione Python, con una chiarezza disarmante. Ecco, scrivere per le AI funziona un po’ così.
Le intelligenze artificiali non sono oracoli, ma apprendisti. Capiscono bene solo ciò che è detto in modo cristallino, diretto, ordinato.
Evita il mistero: dichiara subito di cosa parli, perché è utile e cosa ci troverà chi legge.
E dopo aver risposto subito alla domanda principale, puoi rilassarti e cominciare a costruire: approfondisci, aggiungi esempi, cita ricerche, porta valore. Ma sempre un pezzo alla volta, con paragrafi brevi magari e un’idea chiara per ciascuno.
Scrivere per piacere alle AI, alla fine, è come parlare in pubblico: prima dici cosa dirai, poi lo dici, poi ricordi cosa hai detto.
Struttura il testo come una mappa ben fatta
Immagina il tuo contenuto come una mappa: se è confusa e senza indicazioni, chi la usa si perde. Lo stesso vale per i contenuti online. Le AI “leggono” i testi cercando segnali chiari e organizzati, e tu devi fornire loro una guida ben definita. Questo significa utilizzare titoli e sottotitoli descrittivi, che non siano solo belli da vedere ma che contengano parole chiave importanti in modo naturale.
Utilizza gli elenchi puntati o numerati perché condensano informazioni in modo ordinato e facilmente digeribile, perfetti per chi cerca risposte rapide. Non dimenticare di usare grassetti e corsivi con moderazione per evidenziare i concetti chiave, senza esagerare, perché un testo troppo “colorato” rischia di sembrare confuso sia per le AI che per i lettori.
Questa struttura non solo rende il contenuto più leggibile, ma aumenta anche la possibilità che parti del testo vengano estratte automaticamente per risposte rapide o featured snippet, migliorando la visibilità del tuo contenuto.
Parole semplici e frasi attive: la ricetta per farti capire
Spesso si pensa che per scrivere contenuti autorevoli servano termini complicati e frasi lunghe e articolate. In realtà, è esattamente il contrario. Le AI e gli utenti preferiscono un linguaggio semplice, diretto e scorrevole. Questo non significa banalizzare, ma scegliere parole comuni e spiegare i termini tecnici solo quando è davvero necessario.
Un altro trucco è usare frasi brevi, di massimo 20-25 parole, che mantengano il ritmo del testo e facilitino la lettura. La forma attiva, poi, rende il discorso più energico e coinvolgente: “Scrivi contenuti chiari” è più efficace di “I contenuti chiari devono essere scritti”. Infine, l’uso di parole di transizione come “quindi”, “ma”, “perché” aiuta a collegare le idee e a rendere il testo più fluido e naturale.
Questa semplicità non solo rende il testo più accessibile, ma aiuta anche le AI a interpretare meglio il significato, migliorando la comprensione semantica e il posizionamento.
La nostra squadra sta già affilando le tastiere,
facciamo vedere al web chi sei!
Soddisfa l’intento di ricerca: il vero segreto per piacere alle AI
Dietro ogni ricerca c’è un intento, cioè un motivo preciso per cui una persona digita una parola o una frase su Google. Può essere informativo, commerciale, navigazionale o transazionale. Capire questo intento è fondamentale per creare contenuti che rispondano davvero alle esigenze degli utenti e, di riflesso, piacciano alle AI che valutano la pertinenza.
Non basta inserire le parole chiave: devi costruire il testo pensando a cosa vuole sapere chi legge. Se l’intento è informativo, offri spiegazioni dettagliate, esempi e approfondimenti. Se è commerciale, metti in evidenza benefici, caratteristiche e risposte alle possibili obiezioni. Questo approccio aumenta il tempo di permanenza sul sito, riduce il bounce rate e migliora il posizionamento.
Evita inoltre il keyword stuffing, cioè la ripetizione ossessiva di parole chiave: oltre a essere penalizzato, rende il testo innaturale e poco piacevole da leggere.
Cura i dettagli tecnici: SEO non è magia, è metodo
Anche se scrivi pensando prima di tutto alle persone, non puoi ignorare le regole tecniche che aiutano le AI a indicizzare e posizionare i tuoi contenuti. Il titolo della pagina deve essere chiaro, breve e contenere la parola chiave principale all’inizio. La meta description, quel piccolo riassunto che appare sotto il titolo nei risultati di ricerca, deve essere sintetica ma invitante, per spingere l’utente a cliccare.
L’URL dovrebbe essere semplice e contenere anch’esso la parola chiave, evitando numeri o simboli inutili. Non dimenticare di inserire link interni verso altre pagine del tuo sito e link esterni verso fonti autorevoli: questo aumenta la credibilità e aiuta la navigazione.
Infine, ottimizza le immagini con testi alternativi descrittivi (alt text) e assicurati che la pagina carichi velocemente, perché la velocità è un fattore di ranking sempre più importante.
Credi negli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani
Alla fine di tutto, al di là dei prompt, degli snippet e degli algoritmi affamati di semantica, resta una verità semplice: scriviamo per le persone.
Sono gli umani che scorrono, leggono, cliccano, si incuriosiscono, si emozionano. Sono loro che decidono se restare sulla tua pagina o scappare dopo due righe. Sono loro che fanno una domanda e sperano di trovare, tra tutte le risposte possibili, proprio la tua.
Le AI sono sofisticate, certo. Ma non provano stupore, non ridono, non si fidano di un brand. Le persone sì.
Ecco perché, per piacere davvero alle intelligenze artificiali, devi prima avere il coraggio di piacere agli esseri umani. Di scrivere con chiarezza, sì, ma anche con cura. Di pensare all’algoritmo, ma senza dimenticare l’anima.
Perché in un mondo che ci chiede di essere ottimizzati, performanti e sempre rilevanti, la vera rivoluzione è restare autentici.