Brand Awareness: cos’è, perché conta e come trasformarla in fiducia (e clienti)

La Brand Awareness è uno degli elementi più strategici nel marketing moderno: sapere cos’è, perché è importante e come migliorarla può fare la differenza tra un marchio dimenticato e uno che conquista la fiducia e il portafoglio dei clienti.

Brand Awareness: facciamola semplice (ma seria)

La Brand Awareness è una metrica psicologica che misura la capacità di un brand di farsi riconoscere, ricordare e associare a determinati valori, bisogni e categorie merceologiche.

Hai presente la scena di Non ci resta che piangere alla dogana dove a Massimo Troisi e Benigni viene chiesto più di una volta “Chi siete? Da dove venite? Cosa trasportate?”, ecco la Brand Awarness è un po’ così, ma meno insistente perché un brand è “conosciuto” quando non ha bisogno di presentarsi ogni volta.

Quando basta un colore, uno slogan, un suono (tu-dum di Netflix) per evocarlo istantaneamente nella mente del consumatore. La brand awareness agisce a livello inconscio, sfruttando la memoria implicita e il riconoscimento automatico per influenzare le scelte d’acquisto.

Questo significa che il tuo obiettivo non è solo “far sapere che esisti”, ma occupare uno spazio mentale ben definito nel cervello del tuo pubblico. Perché in uno scaffale ,fisico o digitale, pieno di alternative, il cervello si affida all’abitudine e all’associazione.

Perché la Brand Awareness è (ancora) fondamentale?

Nonostante la sovrabbondanza di stimoli, il cervello umano tende a semplificare le decisioni attraverso scorciatoie cognitive (le cosiddette heuristics).

Una delle scorciatoie più potenti? La familiarità.

Quando un brand è conosciuto, è percepito come più sicuro, più affidabile e più degno di fiducia. Secondo una ricerca Nielsen, l’83% dei consumatori si fida maggiormente dei brand che conosce. Non solo: è molto più probabile che scelgano un brand familiare anche se l’offerta non è oggettivamente migliore.

Per questo la brand awareness è da considerare come un acceleratore di conversione. Un brand conosciuto parte da una posizione di vantaggio competitivo rispetto ai newcomer o ai competitor con scarso riconoscimento.

E c’è di più: la brand awareness riduce il costo di acquisizione. Se le persone ti cercano direttamente, cliccano sul tuo nome, ti raccomandano agli amici o scrivono recensioni spontanee, non hai bisogno di investire somme astronomiche in adv solo per farti notare. Stai lavorando sulla coda lunga della memoria, non sull’effimero picco dell’attenzione.

Il legame invisibile (ma potentissimo) tra awareness e fiducia

Qui entra in gioco uno dei legami più sottovalutati nel marketing strategico: quello tra la conoscenza del brand (awareness) e la fiducia percepita (trust).

Costruire brand awareness è un processo quantitativo e qualitativo: da una parte serve presenza, dall’altra coerenza e rilevanza. Ma soprattutto, serve ripetizione senza saturazione.

Uno studio pubblicato su The Journal of Consumer Research ha dimostrato che la familiarità ripetuta in ambienti diversi aumenta la fiducia e l’intenzione d’acquisto, anche in assenza di prove concrete sulla qualità del prodotto o servizio. In altre parole: se ti vedo spesso e sempre con lo stesso stile, comincio a fidarmi di te.

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Perché la fiducia nasce dal pattern recognition: quando un brand si comporta in modo prevedibile, affidabile e coerente nel tempo, la mente del consumatore lo classifica come “degno di fiducia”. Non per altruismo, ma per convenienza cognitiva.

Ecco perché la brand awareness è il primo mattoncino nella costruzione della brand trust.
Solo dopo che un consumatore ha “registrato” un brand come familiare, può iniziare il vero viaggio verso la preferenza di marca. E oggi, in un contesto in cui le relazioni digitali sono spesso fragili e impersonali, la fiducia è la valuta più preziosa.

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